A Gubbio arriva il padre della bambina di Laura per comunicarle che i suoi genitori reclamano a tutti i costi l'affidamento della nipote. Poco dopo il nonno di Ester si reca da don Matteo per dirgli di convincere Laura a rinunciare alla bambina. Laura non vuole separarsi da sua figlia, così il prete decide di aiutarla, rimanendo ingiustamente vittima di un tranello: viene denunciato per molestie da Emanuela, una donna appositamente pagata dal nonno di Ester. Quest'ultima prima si presenta in canonica da don Matteo e poi fugge dai Carabinieri sostenendo che il prete l'ha molestata; successivamente il marito di Emanuela la ritrova in fin di vita, con il prete vicino con le mani macchiate di sangue. Don Matteo finirà in carcere con l'accusa del tentato omicidio della ragazza che lo ha denunciato. Successivamente si verrà a sapere che il nonno di Ester ricatta don Matteo, in quanto farà ritirare la denuncia se Laura rinuncerà alla piccola. Don Matteo si darà da fare al massimo per riuscire a dimostrare la sua innocenza prima che la situazione precipiti. Nel frattempo il capitano Tommasi e Patrizia tentano di riorganizzare in fretta e furia il matrimonio, tuttavia senza don Matteo non è la stessa cosa. Cecchini si dimentica di confermare il ristorante trovando rimedio solo con la tavola calda "Da Ciccio" che si affaccia sulla strada ed è specializzata in panini con la porchetta. Alla fine viene arrestato il vero colpevole, il padre di Ester, che, disgustato dal proprio padre, voleva convincere Emanuela a ritirare la denuncia. Don Matteo, Cecchini e Tommasi corrono al matrimonio (che era iniziato già da 30 minuti), trovando ad attenderli una Patrizia meravigliosa. Tra la commozione generale, soprattutto quella di Giulio, si celebra il matrimonio tanto atteso. Cecchini è preoccupato, costretto a portare tutti gli invitati "Da Ciccio". Nel finale, si scopre però che tutta Gubbio e Don Matteo avevano preparato agli sposi un rinfresco fuori dalla chiesa.